lunedì 21 dicembre 2009

Da "L'infedele"

Sembra prprio che stiamo vivendo un periodo di sempre più estrema secolarizzazione, il materialismo ha toccato le classi più diverse. Successo, comodità, soldi, soprattutto soldi. Lo chiamano il neocpitalismo. Cioè si va avanti con la stessa mentalità ottocentesca di rpoduzione e consumo, basato sullo sfruttamento di tutte le risorse più efficenti che il mondo può offrire. Ma, anche di fronte alla grande ingegnosità umana, che sembra non avere confini, nella invenzione e scoperte, l'uomo trova i suoi limiti. Può conquistare tutto l'universo, progredire quanto si vuole nelle invenzioni tecnologiche, ma niente può contro la legge della vita che prevede la morte. Inoltre qualcuno, almeno si pone la domanda, a cosa serve andare sulla luna, avere Ski in casa, insieme a tutte le comodità, se perdiamo la nostra e l'altrui vita.
Da un punto di vista ontologico l'uomo pede se stesso, per guardare, per possedere, pone le parti creative ed emotive da parte. Da un punto di vista antropologico, si cea un enorme dislivello tra chi vive nell'opulenza, e chi non ha neanche il mangiare o bere. Ecco che, quando ciò fa saltare qualche punto del sistema(crisi economiche, clima rovinoso, attentati e violenza in genere), che il politico si mette in allarme e, anche se laico o ateo o agnostico, si rivolge alla religione. Come cercasse dei punti di riferimento sacri, che gli indicasse una via risolutrice, dei valori
che una società materiale non riesce ad accettare, perchè contro il cinismo divoratore. Evangelizzare, o forse basterebbe usare la testa insieme al cuore, un di filosofia insomma.

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