mercoledì 8 dicembre 2010

poesia o meglio cosa sono

Occupare il tempo
Davanti mille sguardi
tutti diversi,
ma uguali verso lo stesso obiettivo.
La mia mente perde il controllo
e la paura abbassa la testa.
e si apre allora solo una strada
diritta e grigia.
Confusonaria per le auto che in fila
ossessivamente la percorrono.
Con passo deciso vado avanti,
ma piccoli movimenti asimmetrici,
non nascondono
l'enorme inquietudine
che mi appartiene.
Luca Montesi 9-12-2010

mercoledì 24 novembre 2010

Camminando camminando

Camminando camminando

Andando avanti

è come tornare indietro

compiere gli stessi passi,aggiustati oggi.

Affinchè siamo migliori e nuovi.

E il passaggio è

attraverso i rovi.,

che danno molti frutti dello stesso colore.

Di sangue che lascio passando.

Luca M. 25-11-2010

Ave o Maria piena
piena di grazia
il Signore è con Te
Tu sei benedetta fra le donne
e benedetto è il frutto del tuo seno
Gesù.
Santa Maria
Madre di Dio
prega per noi peccatori
adesso
e nell'ora della nostra morte.
Amen

sabato 20 novembre 2010

fermarsi per ripartire

A che serve andare bene, portare avanti con piacere e gioia il lavoro?
E' come passare 2 mesi al mare a prendere il sole tra un bagno ed un altro: non ti lascia che un vuoto e sensi di colpa di fronte alla vita. No, non ti cerco sofferenza, ma fuori di ogni idea o pensiero pesante, solo tu sai dare una mano e spessore alla mia vita.
E l'inutile filantrofismo, agire che istintivamente segue sorregge una vita spenta vent'anni fa. E frena le voglie stravoglie di un piacere difficilmente assopito. Per mettermi in disparte e guardare da sotto le foglie verdi uno spazio aperto, infinito e ricco.
Il mondo in cui abito e l'universo che mi appartiene.
Luca Montesi

venerdì 19 novembre 2010

Quando l'amore viene calpestato

Mi buttai, trascinato dalla tua corsa. Un impatto infernale che mi mise paura,
e il tuo capo sempre chino, pronto a qualsiasi attività, e le mani veloci.
La tua magrezza, labbra sottili, occhi spenti ma aperti al sorriso amaro davanti a me.
Tutto il mio spirito ne fu coinvolto e trascinato, che l'anima tartteneva a stento la carne , concentrando la mente nelle tue parole.
Ma poi scivolai, e infangai l'Amore; spirito e carne divennero la stessa cosa e la paura mi allontanò da te.
Tu forse avevi già compreso ma io non ho capito.
Oppure te ne freghi e festeggi alla vita, con la morte nel tuo sguardo.
Ogni giorno le mie viscere ti richiamano, da te sono attratte.
Ogni giorno il mio cuore si ribella, e aspetto, consolato da sogni in cerca della pulizia dell'anima che era al primo incontro.
Lasciare che ognuno vada per vie diverse.
Le tue le conosco già. Un precipizio ricorrente.
Le mie, nuove, ricche di Chimere conducono più alto e indipendente il mio spirito.

lunedì 11 ottobre 2010

E' ora di scrivere

Ho rimandato troppo, forse perchè ho avuto occasioni per scrivere per dei giornalini locali. Ma a me piace scrivere anche in un'altra meniera, cioè da artista, scrivere ciò che nasce dal mio profondo, e che deririva spesso, non da semplici esperienze esteriori, ma da un lavoro interiore, magari dopo aver passato ore da solo chiuso in camera, come se per me fuori non ci fosse più niente.
Ed ora quello che ne è nato è un forte senso di non senso per tutto. Mi dico che bisogna fare, perchè è un'esigenza, ma lo spirito dentro di me fa già tutto. E' quello che resterà mentre il fuori scappa via e niente rsterà.

giovedì 23 settembre 2010

perchè deve avere un senso

Ero giovane e non sentivo dolore, se c'era noia non bastava che accendere la fantasia.
Allora o in compagnia o da soli comunque la creatività fluiva dalle nostre menti, dalle nostre mani. Conoscevamo i nostri limiti, quelli dati dall'età e quelli dati dai genitori.
Poi l'adolescenza, i primi sogni proibiti. L'incontro diverso con le nostre compagne. Il primo approccio con la città. Ora tutta quella spontaneità non segue un percorso per tutti uguale. C'è chi si butta in questo mondo confusionario e chi come me si ritira in sè stesso. Troppa libertà faceva paura, facce nuove incutevano timore. Allora era più facile
rimanere in ciò che riconoscevamo evitando lo sforzo di nuovi modi, di nuovi incontri così diversi.

martedì 14 settembre 2010

pensiero

ballare sotto le stelle

Abbiamo lavorato insieme
abbiamo sudato baciati dal sole
mangiato, riposato insieme.
Abbiamo corso insieme
per un piccolo traguardo per ripartire.
Abbiamo pregato insieme
abbiamo visto il tramonto insieme.
Oggi come ultimo giorno della nostra vita
abbiamo festeggiato, ballato in piazza.
come concludere in bellezza un viaggio fatto insieme.
Alcune genti del posto si sono unite a noi
e abbiamo bevuto insieme.
Ed ora, come brina sulle foglie basse
è esplosa la nostra felicità
perchè eravamo insieme.
Luca Montesi 15-9-2010

domenica 12 settembre 2010

facciamo girare lAmore

Non c'è periodo storico di questa nostra civiltà partita dal medioevo
e oggi al cosiddetto neocapitalismo, in cui bisogna spingere con
tutte le forze e le intenzioni più pure sull'amore. Bisognerebbe un
po' capire cos'è quest'amore comunque sempre declamato. Sesso rovente?
L'8 x 1000 alla chiesa cattolica? Adottare un bambino orfano a
distanza? Non fare mancare nulla ai propri figli? saper parlare di
amore alla propria donna?. L'Amore non ha leggi: può essere concreto,
come offrire cibo a chi non ne ha, o abbracciarsi, baciarsi. Può
essere severo o dolce. Ma c'è una condizione che lo rende autentico e
cioè quando diamo tutto noi stessi, quando ci mettiamo in gioco, anche
rischiando, e non ci aspettiamo nulla in cambia se non il bene della
persona amata. Pubblicate questo messaggio, perchè sia scintilla di
amore, facciamo pure una tavola rotonda di disquisizione. Ma
facciamolo, l'amore non è sicuramente starsene fermi a fare il tifo
per qualcuno. montesi.luca1@gmail.com
Grazie per la vostra attenzione da Luca Montesi 12-9-2010.

lunedì 6 settembre 2010

cosie che diventano nuove vecchie

troppo tempo ho vissuto da solo col muro, e anche ogni tentativo di divertimento era inutile. Tutto generava ancora più aridità dentro di me. Da quando ho frequentato persone nuove, col Sollievo, qualcosa di vivo si e mosso in me. Allora era bello tutto ciò avevo accantonato. Come l'arte e allo stesso tempo la natura. la Vita. Da metà Giugno a luglio ho fatto tutto mare, mettendomi anche alla prova(restavo per 5 o 6 ore anche da solo. Poi mi sono guardato indietro, e non ho trovato che leggere parti di carta bruciata. allora mi sono detto qui bisogna stringere. Va bene che sono in vacanza ma non si può buttare via il tempo così scioccsamente. Ed ecco che mi capitano due missioni, in miniatura, ma sempre impegantive con la parrocchia dei Salesiani. Vita comunnitare. Quindi conoscenza di altri stili di vita difficile anche da penetrere. Lavoro e preghiere. Non volevo andare via più.

giovedì 2 settembre 2010

la notte

La notte passa veloce,
è un'esplosione di entusiasmo,
il risveglio.
Perchè quelle poche ore di riposo
fanno passare la paura(accumolata nel giorno).
Non importa se freddo o caldo
sole o nuvole.
La notte è Libertà di spirito.
E' euforia dell'anima e posatezza dello spirito.
E così la notte produco, pensieri e parole, immagini
viste alla TV al computer o coll'immaginazione generata da un libro.
Ma lei non c'è ancora eppure la notte è fatta per amare.
Luca Montesi 14-7-2010

lunedì 30 agosto 2010

vivere come un dovere

A volte ai la sensazione di un niente, non un vuoto, perchè di cose da fare ce ne sono tante. Ma ogni pensiero, emozione, ogni fatto esterno, causato o ricevuto, ogni cosa o persona non hanno più valore. E come se fossi diventato un vaso di ceramica, duro e anche rotto, capace di riempirsi e svuotarsi all'infinito. Ma rimanere sempre uguale. Ma allora perchè mi lamento? Allora c'è qualcosa o qualcuno che si chiama Luca, oppure senza nome, ma che è vivo, dentro di me. Vivo perchè percependo reagisce, e se non percepisce cerca, a volte con vervente curiosità cose del mondo, soprattutto belle. C'è un'anima, o animo, qualcosa che scalpita dentro finchè non trovo la cosa giusta che mi soddisfi e plachi un bisogno, mille voglie che sempre rinascono in me. E resta il gioco di passare dal bianco al nero, al rosso. dal facile al difficile, dal dolore al piacere. Tutto diventa relativo a come ero prima. Non un valore che valga di per se in assoluto, ma funziona mi fa sentire vivo.

domenica 29 agosto 2010

ancora scrivere,scrivere e scrivere

sto passando momenti di grande attività, ho spesso di questi periodi in cui do tutto me stesso per cause sane e positive. Ma il malcontento rimane, come tutti non so mai accontarmi. Dalla nascita che sono insoddisfatto. Solo sentimenti, dolcezze di cui mai mi stanco possono nel momento stesso dare sollievo e rendere esaltante tutto il mio lavoro.

venerdì 30 luglio 2010

La vita

Non riesco più a chiamarla tale, la vita. Da quando morì dentro di me nel 1989, dopo la morte di mia madre, mi lasciò quella ragazza che si era appiccicata a me, e bevevo, bevevo, e lavoravo senza essere pagato. La mente si è strappata, sbriciolata dentro, lo spirito disciolto, strisciante e moscio. Una chiusura nei confronti di ciò che mi circonda, senza più interessi, senza più emozioni e senza veri sentimenti se non la pura immerzione nel distruttivo godere.
Luca Montesi 31-7-2010

il silenzio, è conoscenza

Quando ti trovi solo, dopo un risveglio, a mente serena, riposata e aperta al mondo: ascolta. Non riesci a prendere iniziative, stai soffrendo perchè è in te l'istinto a fare, ora che sei carico di energie. Resta fermo, anche quel dolore avrà un valore, come vale il silenzio che ascolti. Vedrai, che in seguito, al momento opportuno, verrà in luce ciò che in te si è generato, e sarà di utilità pratica per quel momento della tua vita. In cui, nessuna conoscenza, nè la tua mente,nè i tuoi manufatti, avrebbero potuto fare altrettanto. Non come lo farà la profondità del tuo silenzio.
Luca Montesi 31-7-2010

la realtà è dura se ce la facciamo noi

Ho teso una mano, perchè ho visto un capriolo annaspare con grande tenacia sul filo dell'acqua. Siamo diventati amici e ci scmbiavamo nocciole, e more lamponi e funghi. E la sera ce ne stavamo sdraiati al tramonto a ricordare le capriole e le corse al vento fatte durante il giorno. Così passavano giorni felici. Poi una notte mi svegliai, ero come impaurito, mi ritrovai solo. Tutto tremante mi guardai intorno, il capriolo non c'era più. Passa un giorno, due , una settimana, non lo vidi ancora. Chissà dove sarà scappato, quale sentiero hai preso? Non mi resta che abbandonarmi anch'io al vento, e qualcuno viene ora a tendere a me la sua mano.
Luca Montesi 31-7-2010

mercoledì 28 luglio 2010

Impregnare il tempo

Mi sveglio come togliersi un vestito troppo stretto e peloso che da fastidio. Certo è stato bello riposare, una bella cosa come è mangiare. Ma ora basta , uno stimolo dolce mi riempe lo stamaco e le viscere. E salto dal letto per cercare velocemente caffè e sigarette. Questo mi basta, potrei stare un giorno intero sul letto, a far viaggiare la mente e non mi mancherebbe nulla. Socrate parlava di un "demone" una voce interiore che noi ascoltiamo come una guida. Io non sento voci, ma emozioni, sentimenti, stati d'animo che si capovolgono, ricordi sogni speranze!
Questo ho imparato nell'ultimo ventennio. Quando ho smesso di bere, mi sono trovato solo , povero eterno studente fragile, senza mestiere e chiuso come un muro. Niente vita sociale. Ma in quei momenti sono riuscito ad apprazzare la vita. Quando apprezzavo il poco, quando avere un pranzo era tanto. E il massimo quando trovavo poche lire per un caffè, o dieci sigarette che mio padre lasciava sul tavolo. Dentro di me si creava una piccola festa. Strisciavo lungo i muri a testa bassa, c'era una sofferenza, ma poi una pausa, una bella visione, una parola, mi riportavano indietro, al tempo trascorso e passato dentro di me. E non era tempo sprecato, osservare la gente, contemplare il mondo, filtrato dalla parola di Dio che entrava in me. e con dolore il mio spirito l'acccoglieva e la forgiava. Sentivo che mi arricchivo e arrivavo a verità insondabili, il Tutto e l'io vivevano insieme.Oggi cerco ed ho relazioni , ma rimpiango quella strada deserta che da casa portava in chiesa. Luca Montesi 29-7-2010

mercoledì 7 luglio 2010

Una nuova estate

Sono stanco, proprio mentre mi aspettavo grandi cose.
Mi sono allontanato dal guscio di casa, che era la mia prigione,
per 5 anni
Ora anche l'altro mio genitore mi ha abbandonato,
mamma e babbo, coloro ,che all'ètà dell'oro,
erano il mondo intero, l'universo.
Un po' di lavoro, vacanze eccellenti, e farsi sentire
al prossimo come protagonista nelle attività,
mi hanno rimesso in piedi.
Ma la testa che prima era vuota , adesso è piena.
Il corpo pesante.
Mi piace ancora camminare a lungo, ma niente più corse,
neanche al lavoro.
Ritorno sui miei passi: il menefreghismo,
che starebbe a dire mi abbandono a te o Dio
che nulla mi hai fatto mai mancare.
Luca Montesi 7-7-2010

martedì 6 luglio 2010

note di un vivere che copre il vuoto

7-7-2010 Ieri ho avuto un incontro con chi è responsabile e chi ha coordinato e segue la mia nuova attività, che si chiama "tirocinio di lavoro".
Di fatto è un lavoro vero e proprio, se non perchè faccio pochissime ore settimanali, e posso, puntualmente alla fine di un lavoro, fumarmi una sigaretta. Ma per fortuna in un ambiente amichevole, con scambi di battutte, la voglia di parlare, di sè, di cosa si fa durante la settimana, e di argomenti in genere. Molto importante per comunicare, non di problemi, di analisi psicologiche . Allora stare impegnato diventa non solo un piacere, ma un'utilità, per il mio corpo-psiche. Il colloquio è stato importante perchè era il punto per vedere come e se andare , Unico problema: più concentrazione,e cioè meno ritardi e aih! me, meno gite, anche se importanti,perchè sempre mirate. Ora vado avanti più sereno.

...e la solitudine

Caro Cesare Pavese, sei nell'universo
quello che sento più vicino.
Forse gatti randagi,scacciati,
orgogliosi ed egoisti, abbandonati ed ancora delusi.
Ma perchè allora cadiamo sempre negli stessi desideri
se poi è sempre un'illusione?
Forse è sbagliato non sognare,
prendere tutto troppo seriamente.
Ma il mondo è bello per questo,
perchè lo possiamo toccare, ascoltare.
VIVERE non è solo una necessità.
Luca Montesi 7-7-2010

domenica 4 luglio 2010

poesia sotto il sole

Acqua verdesmeraldo 4-7-2010
dove si tuffa il mio spirito putrido,
e mi sembra di camminare su argentati
e preziosi e vivaci pesci
grossi, piccoli e piccolissimi.
Ma un tuffo ben fatto
mi riporta fuori
da tutto ciò che resta.
luca montesi

lunedì 28 giugno 2010

un'estate iniziata ma mai arrivata

Quest'anno il tempo mi ha portato al mare ai fini di giugno. Non so se troppo presto o troppo tardi, Ma da solosono partito, dopo una mattinata di piacevole lavoro, in mezzo a fiori festeggenti e sorridenti, come lo sono i miei colleghi. Ho cercato di mandare via il velo di tristezza datodal fatto che sono solo, e ricordo gli anni , quando ancora abitavo a Polverigi, andavo tutti i pomeriggi in spiaggia, portandomi dietro la calce fredda dei muri unici miei interlocutori. Avere gente accanto, così diverso, cosi diversi, mi faceva sentire ancora più solo. Ma c'è stata ultimamente un profonda esperienza, in Puglia dove a volte andavo in piscina, e stavo disteso per ore tra i colori della natura. Allora ho trovato il coraggio di vivere più a lungo la giornata in spiaggia e con spirito alto, come se facessi qualcosa di buono e di bello per me. Poi , anche se la gente rimane per me manichini , e forme separate da me, qualcuno da incontrare lo trovi, grazie alle attività che porto avanti nella settimana.
Luca Montesi

venerdì 11 giugno 2010

pensiero poetico

Se un Angelo volesse fare l'amore
Vivo se mi butti nel mondo
mi confondo tra la gente.
E se sempre ai margini
ne vivo gioie e dolori...
e con un occhio al mondo
con le sue foreste e città e fiumi e mari.
Giungle di città
dove persone mi incantano
con volti che parlano da sè.
Campagne dove l'uomo ancora lascia
il suo segno come una croce indelebile.
E macchie di erbe che spontanee
parlano di una natura, che non lascia nascosta
una potenza, soltanto sepolta, dalla volontà umana.

martedì 8 giugno 2010

l'ultima delle tentazioni di vita

Lunedì scorso dopo un anno di assenza, ho partecipato ad un gruppo terapeutico di solito frequentato non da malati, ma da persone tracciate di debolezza e timidezze, oneste e in grazia del Signore, e per questo si incontrano a parlare dei problemi personali, ma anche sociali, sotto l'attenta guida del giovane dott. G.Manca. Sono andato per stare in mezzo alla gente, visto che anch'io trovo difficoltà a trovare condivisioni per la strada. Invece mi sono trovato in un gruppo di quattro utenti (tre sugli -anta) e quattro operatori, e in una discussione accesa sul tema del suicidio. Nonostante è stato un fallimento, perchè l'unica giovane non si intendeva con la vecchia,ma proprio quest'ultima mi ha fatto riflettere perchè dice: a che serve che un dott. ti ricoveri appena accenni alla parola suicidio? Ho capito subito cosa intendeva, a dispetto dell'altra, che però non sono riuscito neanch'io a portare il discorso su questo piano. Cioè che ognuno ha una storia a sè, che pensare al suicidio non è solo una fuga, o grilli per la testa. E' comunque uno stato di dolore, e questo prevede una o più cause. Ad un certo punto ho fatto una domanda a Veronica(colei che pensa al suicidio, e aggiungo è molto carina):cos'èche prova, rabbia con impotenza o un annullamento della personalità. Ha fatto un respiro di sollievo(c'è bisogno di affetto, di parlare, ma non dei problemi,, ma delle esigenze, e anche ascoltare.

sabato 29 maggio 2010

visioni sociali

Se la notte è superba, dice Alda Merini, il giorno è Tiranno. Sin dall'alba ci si sente trascinati in un fermento interiore, una motivazione a muoversi, altrimenti si perde. Si perde tempo, si perde con gli altri. Si! Proprio gli altri, infatti per chi la notte la passa da solo, con i suoi sogni, il giorni diventa incontro, scontro con la gente. Nasce la paura, il mettersi subito in difesa o in attacco. Oppure camminare ore ed ore per incontrare lapersona giusta che ci dia conforto, piacere, condivisione.
L'immagine che rimane dentro, che più un forte stato emotivo, è di un vorticoso movimento di teste corpi, voci che disturbano, feriscono il nostro fragile Io. Quindi nasce l'idea di una società, in cui domina l'uomo faber, donne e uomini che lavorano, sanno divertirsi, si guadagnano con facilità la vita. E mi chiedo, ma no! Vivo proprio dentro di me questa sensazione, di cosa ci faccio io dentro questo efficente marasma.
Ma poi, guardi distaccato, ti fermi e allontani la paura, e provo a guardare nei loro cuori. No , non c'è niente, è tutto un gran polverone, un camminare, correre, come faccio io, per scappare da sè, per inseguire le proprie voglie, mai soddisfatte. E poi ci sono quelli, che neanche lo nascondono, questo vuoto , questo niente, coperto da finte risate.

venerdì 28 maggio 2010

laura

Per bene, e non perchè mi piaci,
perchè so che ascolti le mie parole raccontandomele.
L'Amore, l'amore,l'amore.
Cos'altro, se non amore.
Non hoforse scelto,
e non ho colpa.
Lo vedi quanto serenamente muovo
le mie labbra dove nascono
tra i fiori rondini divertite.
Vedo in lontanananza delle ombre
e ogni volta il vento mi trascina lontano
verso un'altro abbraccio,
dove apro il mio cuore
a mani aperte.
Non ferisco nessuno se tu
o mio amico sai accarezzare
il mio cuore.
Il racconto non finisce mai,
eterno è l'amore che unisce le persone.
Penso divertita a chi ancora mi guarda stupita.
Luca 28-5-2010

martedì 18 maggio 2010

a chi è grande nella sua semplicità

Vorrei essere come te

Il chiarore sella tua pelle
maculata di oscuro umore
un tesoro nascosto, prezioso custodito,
con vergognosa gelosia nel tuo seno.
Senza trasgressione,
con remissione ma alto orgoglio
ti lasci imprigionare
come l'anima vede essa stessa
imprigionata al corpo.
E a gocce esce il tuo amore
a formare un rivolo nero
che porta con se il mondo della vita.
Fatta di amori, viaggi, e sogni
e sofferenze.
Una vita che non è baciata dal sole,
ma si nasconde nelle caverne
oscure dell'antimateria.
Buchi neri in cui pochi osano affacciarsi.
Luca

martedì 11 maggio 2010

Tra forma e contenuto

Tutto sembra bello. un mondo che sembra essere ingrati non amarlo, dire non mi piace. Il verde, gli azzurri, le terre e tra queste le case dove le persone di mille volti diversi, si muovono, ognuno con uno sguardo che non può distrarsi. Ma io non ci credo, perchè la mattina tutto diventa attraente? Perchè quando rientro la sera è bello solo ciò in cui mi rispecchio? Allora mi è sorto un dubbio, cioè che il mondo la campagna e le città, l'universo tutto è bello solo se siamo belli noi, dentro di noi. Ho detto che allora la bellezza è tale non per il creato, ma per chi lo ha creato. Ma non basta, occorre una nostra reattività, bisogna che il nostro spirito si muova, si ridesti, e ad una certa altezza può proiettarsi sulle cose , sulle persone. Solo grazie al flusso da dentro a fuori, permette di ricevere e vedere proiettato sul mondo qualcosa che ci dà un emozione, che ci fa sentire un sentimento, come qualcosa di concreto. C'è qualcuno che dice che la bellezza nasce solo dall'amore, solo quando sappiamo accettare l'amore, e siamo capaci di ridonarlo al fuori, solo allora creiamo noi stessi la bellezza: un ramo, un viso, anche una guerra, tutto può diventare bellezza. E allora viva l'amore.

mercoledì 5 maggio 2010

abbattimento

A volte il mio Io
è smarrito e spento.
E chissà per quale evento o fattaccio
del presente o del passato.
Non vedo più niente davanti a me
e la coscienza si piega
dentro di sè.
Generando uno spirito senza più
entusiasmi.
Ma diventa un fiume denso e scuro
che dolorosamente attraversa
il corpo e la mente.
Così vado strisciando sulla terra
cosciente di quello che mi circonda
ma da tutto separato.
Io e l'altro sono scissi
mondi ontologicamenti separati.
E se un contatto c'è
è solo un piede che calpesta
la testa e chissà se godendo
osserva l'anima mia contorcesi
in un insopportabile sofferenza. luca

lunedì 5 aprile 2010

non c'è

Non c'è più niente, tanto ho corso, volevo anche essere d'esempio per chi sta fermo, attività fisico-psichiche. Poi eccomi qua, un giorno di festa, svoglioso, non riesco neanche bene ad occupare il tempo.
Restano i desideri fastidiosi, perchè so che se non mi muovo, certo non verranno a me. Quello che mi fa soffrire è che non riesco più a guardarmi intorno e sapere che anche uno sguardo, un volto,un paesaggio ,potrebbe dare senso a questa giornata.. Preferisco nascondermi per non vedere i mirei difetti, conservare le poche forze che ho per essere creativo o almeno curioso verso la conoscenza. Ma niente per il mondo concreto, le persone, sono contento che ci sono , ma non ne approfitto, che so, per ridere, per parlare.

domenica 4 aprile 2010

Dunque?

Fermarsi, non uscire dalla casa se non per necessità. Bisogna fermarsi, è un fattto necessario, perchè il dolore è salito troppo inalto. Così duro il confronto col mondo che devo nascondermi. Se tutto è un immaggine, forme troppo grandi e robuste con cui raffrontarmi, allora tanto vale vivere di immagini più a mia misura, immagini di uno schermo che almeno non danno l'illusione di consolarti, di poterti abbracciare, da cui non ti aspetti di più che non la semplice contemplazione. Ma il tempo non si ferma, allora che fare?, Qualcosa bisogna fare per forza, che non sia il suicidio, l'annientamento di sè. Ho letto in libro dedicato a Pavese, che gli artisti sono accomunati da uno stato di schizofrenia, comunque una disfunsione che può essere assecondata solo con la creatività. Posso provare questa strada, fingermi un'artista e produrre creare forme immagini pensieri e poesie. Del resto col non ti sembra di chiuderti in te stesso perchè ci sono delle vie di comunicazione con l'esterno, evitando nello stesso tempo il confronto. Conosco gente che passa ore forse giornate intere sul computer, e certo non è questa la vita. Nella vita ci vuole un po' di tutto. Il corso della giornata richiede momenti di impegno, di svago, di solitudine e di socializzazione. Ma è da almeno tre anni che mi muovo in tutte le direzioni, e quel malessere "d'artista" non passa, annzi si è fatto più acuto, perchè più determinata si è formata una sorte di solitudine, come se non ci fosse alcuno che possa comprendermi, qualcuno con cui condividere il mio Io, nella sua evoluzione. Ce poi una pesantezza, tutta la fatica del vivere, che mi obbliga a fare questa scelta di nascondermi. Da soli, per quanto non è piacevole, non si fa fatica, quella fatica che serve per stare col prossimo. E che se poi deve essere una fatica cosa ci sto a fare. Incontrare gli altri ha come primo movente il risolvere la vitalità che è in noi, trasmetterla agli altr e riceverne. Resta il fatto che questa scelta di nascondermi mi sta prendendo bene, se non altro non mi obbliga a farmi sensi di colpa per non andare a lavorare.

sabato 3 aprile 2010

desideri

Dopo tante corse, eccomi qua appesantito, svogliato. Senza più appigli, scuse per riempire i buchi della quotidianità. Eppure non posso muovermi, non saprei neanche in quale direzione giusta per me.e e La bonaccia, scendere piano piano a terra, strisciasciare sulla superficie. Forse sono semplicemente malato, oppure una cacca, solo da schivare, o se la pesti porta fortuna. Sonni profondi, dormite senza orario, che non bastano mai. Come se l'energia bruciata negli ultimi tre anni, dovesse avere un ricambio, un recupero da inglobare nella mente. E già voglio guardare al futuro, sembra quasi un dovere, ma come conciliarlo con un atteggiamento di sfiducia totale in me stesso. Eppure non è vigliaccheria, non è una fuga dalla realtà per paura di vivere. E' uno stato di fatto , posso muovermi tra la gente , fare come se condividessimo lo stesso esistere, ma il confronto è inevitabilmente schiacciante, si perchè schiaccia me, il mio Io. Impotente di fronte alla forza altrui. Allora o uno crede che siano tutti buoni ,pronti ad accettare ogni mio capriccio, oppure si ritira in se stesso soffrendo della propria solitudine.

martedì 30 marzo 2010

Un po' d'abbattimento

Non c'è
E' più di un mese che non scrivo, quasi che questo modo di esprimermi non mi appartiene più. Ma non è vero! Di poesie ne ho scritte ancora, è cambiato il modo di vedere il mondo. Purtroppo dopo più di un anno di sofferenza mio padre se ne andato. Ciò è significato la fine di sofferenze, (è successo il 22 febbraio ore 4,45).
Ma col passare del tempo la coscienza abbassa le difese, e riemerge la realtà. Una realtà del niente e del tutto. Infinite sono le voglie, i desideri che calciano dentro il mio ventre. Zero è la verità di ogni cosa, come se tutto ciò che mi circonda ritrovi la sua essenza di esistere e cioè immagine, i fiori, i volti delle persone, tutto ciò che appare ai sensi non si distingue in essenza dalle immagini di una mente provata e forse esaurita del tutto. Allora dopo due settimane di prove dure la mente provata non crede più e spera però in un rinnovamento. Nuove persone, nuove attività, col pessimismo a livello cosciente che l'unica verità è il tempo che passa(inesorabile). Oggi, cioè stamane presto, dopo un bel riposo sono pronto a ripartire, ma sempre con la voglia di cambiare. Per fare ciò era ed è importante fermarsi perchè dentro di me non trovo stimoli spontanei che indirizzino la mia via. Luca

martedì 2 febbraio 2010

Poesia-pensiero

E in pricipio fu la faccia

In principio era il verbo
e il verbo era presso Dio
e il verbo era Dio,
niente fu fatto senza di Lui.
Ma allora cosa siamo parole?
Certo, parole di Dio
capaci di dire:e sia la luce
e la luce fu.
Ma il mondo e la materia e
noi cosa siamo?
Immagini.
Quello che vediamo, tocchiamo,
ascoltiamo, odoriamo o gustiamo
cosa mi rappresenta?
Se ci fermiamo alla vista , restiamo immagini,
piatte,tridimensionali quando ci passiamo dentro.
Ne resta un'idea, e ci riporta all'inizio,
quando nulla era. Se non il nostro Io.
Ma se odoriamo,ascoltiamo,tocchiamo e
gustiamo, un immagine non si confonde più
col nostro Io.
Ed ecco che corriamo per un piatto di pasta,
diamo i nostri averi per il corpo di una donna.
Ci profumiamo, ci attappiamo il naso di fronte ad una cacca di cane.
Spegnamo la radio se ripete sempre le stesse cose
e chiudiamo la finestra per allontanare il fastuono del traffico.
Luca Montesi

lunedì 1 febbraio 2010

Camminando nella strada
osservo chi consuma frettolosamente la propria vita.
Io cerco di assaporare ogni minuto che passa,
ma anche la mia esistenza trascorre veloce e si esaurisce.
Un giorno sarò anch'io su una stella
a guardare il mondo che si affanna per vivere;
lì sarò libero, non più chiuso in una gabbia.
Gianluca

domenica 31 gennaio 2010

Deviati viottoli dove si annidano corposi crepuscoli di dannose voci che sussurrano dilanianti sogni che rovinosi aggrediscono le idee più alte di pendii vacillanti dalle fragili cospirazioni di gente velata dalle urla disperate di prigionieri della storia che futura deve ancora respirare e già morente di quello che decidono oggi sarà palese la ideazione di buone congetture dai fattori bruschi e brucianti che arridono nei più piccoli angoli delle vittorie di indescrivibili donazioni date dalla essenza Divina di chi consapevole riesce a mettere fine al turbine di passioni malevole e corrotte alle falde delle lingue spergiure e difettose...ciao da Francesca.

sabato 30 gennaio 2010

Sensazione

Una domenica è per me entrata l'estate
ad età avanzata e torturata.
Oggi nonostante un malessere esistenziale
che porta ad azzerarmi per non sentire male.
Ma sono sotto un sole cocente
tra bibite, acqua e ,di tutti i tipi, gente.
Il dolore non demorde
con tutta questa luce, raggi come corde.
Sapori colori come possono impedire
di sentirsi ancora vivo grazie al dolore che
posso sentire.
Luca Montesi

E' calo' la notte

Nero ferreo, duro e
umore crudele impotente
oramai chiudono su di me.

Forse mai nato
eppure la mente gira
e veloce cogli il passato.

Infanzia felice
dove c'era Mamma
e tutti erano me

Il futuro era uno
enorme pallone pulito
che non avrebbe lasciato solo
nessuno

Poi la prima morte
i primi litigi e il masso
che cade nel ventre la parte.

E se Ancona chiuse
Firenze riaprì. Amori,
ridicoli giochi, filosofie...
e tutto buttai: libri sogni
e speranze per un tempo
che doveva essere pesente,
qui ora hunc.

Per anni fu solo agonia
per notti fu solo dolore
e oggi che ci siete voi, e l'umanità
e l'universo, Luca muore.
Luca Montesi

Il nonno e il bambino

Siedono accanto e
guardano cuoriosi
e un po' perplessi,
non fuori dai finestrini.
Ma cercano di sè, e on rassegnazione
mai accettata,
fuori gli sguardi.
Luca Montesi

domenica 17 gennaio 2010

la paura di una festa

Sento già mattina presto i
primi festigi dal salone che so
che questa sera ospiterai

rumori di acciottolii di
tegami e piatti rimandanti a
sapori già saputi un dì

un risveglio tutto nuovo
ma come già previsto un giorno
che mi cercava e non trovo

sono già in piedi al mattino
fresco e ricco di raggi di luce
ho già lavato la faccia al catino

e arrivano gli odori deliziosi
ancora rumori che nella memoria
risvegliano i muscoli tediosi.

Scorre il tempo del mattino
come un arco parte del cerchio
eterno della vita senza fine.

Ed esplodono i profumi, vedi i festoni
ascolto gli strumenti che si accordano
una vibrazione attraversa la schiena fino ai talloni.

Ma qualcosa, una nube nera , investe
la mente mia, e se il cuore si apre alla gioia,
il pensiero frena perchè sa che quella festa
non è solo un inizio, ma una fine
Un tramonto che salutiamo tra chitarre e tamburi
addio dolce vita, saluto voi i giorni tediosi
sempre in cerca di novità e ricchezza.
Luca Montesi

venerdì 15 gennaio 2010

il dopo

Poi che ti incontraì
non fu più nè il prima nè
l'ora che ti pensai

L'eterno così vasto
è in un gesto che ti rubai
gioco d'azzardo ne[fasto]

un bacio non vale sè
non per i tuoi occhi scuri
parole solo per te.

Poi te ne andasti
senza un saluto inutile
di te restarono i fasti.

L'ordine disordine
si affacciano nelle porte
ombre di te in sordine

non sei più vento che
trascina e attrae il ventre
luce fioca di te.

Eppur arrivasti a
me così lontano nel tempo
e sentire l'l di là
lo spazio infinito e vivo
dell'universo mai diviso.
Luca Montesi

martedì 12 gennaio 2010

La notte

Quando apro gli occhi
di una mente turbata che
si accende ai giochi

il buio mi assale
come una coperta dal
cotone caldo mare

E' così che produco
cervello in azione ed
anima aperta
[comunico]

e il giorno? arriva già
vibrante, e luce che copre
il nutrimento del Pià.
Luca

domenica 3 gennaio 2010

tentativo di poesia strutturata

Tempo perso
All'alba di un giorno nuovo
dopo un natale che portò gioia
dolore per te non più uovo
ma gallo vecchio e non voia.

sabato 2 gennaio 2010

Bisogno di evadere

Che festa, tanti discorsi pessimisti,
crisi, licenziamenti e povertà.
Guerre, attentati maniaci assassini.
Un Natale senza più un'identità: Gesù? E chi è. Le spese Quelle sì,
ma ci sono isoldi?
Io penso sempre più al valore del valore:essere e non avere,
essere e non fare. Ma siamo uomini e dobbiamo possedere,
il naso sente gli odori, e muove la gola. Gli occhi vedono tutto,
e come resistere ad un ippnotico schermo al plasma?
E poi dobbiamo fare, altrimenti siamo parassiti, esseri solo da schiacciare,
o almeno da allontanare.
Allora tra l'uomo idea, parte divina ed eterna, ed uomo terreno, attaccato dagli istnti,
c'è l'uomo relativo, la continua lotta tra il bene ultimo e il male che sprofonda,
tra la luce dello spirito e il sapore della carne, tra essere poveri e essere superricchi.
Allora c'è l'uomo reale, umano, non illusorio di santità, ma neanche perso nella lussuria,
un uomo mediocre, modesto e sobrio, che si da un basso limite e quando trova ciò che si aspetta, e magari un sorriso in più, ecco che trova una scintilla di felicità. Il semplice mangiar bene, un nipote che rende vivo un pomeriggio, il gioco a tombola mentre un anno prima saremmo nascosti dentro chi sa quali fredde e mute mura.

venerdì 1 gennaio 2010

ieri, 31-12.1009

Ho camminato per la città
nonostante la data invernale, l'aria era tiepida.
Ho chiamato Antonella, sono entrato nella sua stanza.
Era distesa,rilassata, presa da un gioco elettronico.
Così ho potuto donargli un pensierino comprato al mercato.
E poi via, per ritornare al centro, e qundo alzo la testa
vedo una fetta arcuata, luminosa, bianca, era la luna.
Stava sorgendo da dietro le case basse della zona decentrata di Ancona.
E mentre aspettavo l'autobus, la vidi salire e imporsi nel cielo.
Questo sentimento di distensione dell'anima, di sentire quakcosa di grande, in cui siamo immersi, mi accompgnerà per tutta la serata, fino all'una di notte, quando un nuovo anno a avuto inizio.