domenica 27 dicembre 2009

Un punto della situazione vent'anni dopo

Il chioppo, la caduta agli inferi più crudi, dove il sole e una vaga immagine al ricordo, e i volti umani forme che non possono toccarti.
Solo nel deserto posso trovare un leggero sollievo, perchè rispeccia quello interiore. Sono stati anni in cui, un modo di vivere scielto solo per fuggire angosce troppo pesanti, sembrava di poter essere controlato. Che il bere , una vita sregolata, sarebbe sempre stata sostenuta da quell'entusiasmo interiore e giovanile, che non può finire. Quella che ti illudi sia una linea che va in crescendo, mentre non t'accorgi, ha gia presa una via in discesa: di forze, di capacità di concentrazione, di energie capaci di vivere il reale. Quello che provo a chiedermi, e già è un risultato che mi ponga la domanda,se è possibile guarire, non toccando più l'alcool, accettando che il mondo ci creiamo, può anche sparire, per ricostruirne un altro. Che quel fallimento, di fine anni 80, possa essere oggi sostituito da una nuova vita, e che sia addirittura positivo, cioè come esperienza vissuta sulla pelle.Fuori da canoni solo copiati da una società ingannevole.

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