mercoledì 23 dicembre 2009

Il divenire eterno

Finalmente ho capito, quel chinarsi sui libri,
sin da bambino leggevo gli ingredienti dei prodotti,
e poi la scuola, dove ascolti che è come cibarsi.
Prodotti che sono buoni, autentici e falsi.
Poi la filosofia, dove tutto abbraccia il tutto
per lasciarlo per un altro abbraccio.
Ma poi da una strada, senza una condivisione perchè emarginato,
anche il pensiero diventa sterile.
Vale solo quello che provi sulla tua pelle, e niente che non sia un gioco
pericoloso, tra la mia mente e una realtà in corsa che mi ha lasciato
indietro, perchè perso nei giochi di fumi e fiumi di vino.
Sono serviti quei momenti di aridità che tagliavano la mia anima, per
cominciare a rimuovervi, andando in contro alla stessa realtà che avevo mandato avanti. E oggi leggo, ma anche scrivo, sperando di riuscire a dire qualcosa che non sia solo soliloquio, ma messaggio di amore per la conoscenza dello spirito. Poter finalmente affrontare un linguaggio che sopravvive ad un professore che crede solo nella su carriera. Sono io solo, che parlo coll'universo, che so chiudermi in me per aprirmi al tutto. Dove non c'è un inizio o una fine , ma un continuo crescere, trsformarsi perpetuo. Per far questo l'animo mio deve allontarsi dal reale empirico, dal prossimo per poi allargarsi a maccchia d'olio verso tutti e tutto.

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